La vernice finale è lo strato che ogni dipinto a olio, a volte dopo mesi e mesi di lavorazione, riceve per ultimo. Essa si applica dopo un lungo periodo di attesa (fino a un anno dal completamento dell'opera), solo allorchè tutta la pittura nelle sue stesure più sottili (velature), come in quelle più "grosse" (impasto), sia completamente asciutta. Composta di una sostanza ottenuta prevalentemente da resine naturali, essa è detta anche "strato sacrificale" riferendosi evidentemente al fatto che sarà questo ultimo velo trasparente a farsi carico di tutte le aggressioni che il quadro subirà nel tempo da parte della luce, degli sbalzi di temperatura, di umidità e della polvere, permettendo alla pittura di mantenersi integra.
Ma a questo termine associato all'ultima verniciatura, momento sempre emozionante e non privo di obiettive difficoltà e quindi richiedente una grande attenzione per chi voglia eseguirlo in modo corretto, grazie al ravvivamento di tutte le tinte, alla uniformizzazione di eventuali prosciughi (aree opache) e al lustro che dona alla pittura, può benissimo attribuirsi un senso più alto, laddove si voglia fare riferimento al suo significato etimologico: dal latino sacer - facere= rendere sacro.
Qui, alcuni anni fa, mentre "sacrifico" una copia della Giuditta e Oloferne di Caravaggio (1602).
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